"Forse"

"Forse" è la parola chiave, la parola magica che dona libertà di pensiero e di espressione. "Forse" è la parola madre di tutte le ipotesi, lo scopo di questo Blog è quello di non dare nulla per scontato per creare nuovi punti di vista ed essere promotore di nuove visioni di quel che generalmente consideriamo "realtà". Non dimenticate di partecipare ai sondaggi siamo interessati alle vostre opinioni. In Fondo alla Pagina inoltre potete Godere della TUTTI I FORSE TV la web TV d'intrattenimento e d'approfondimento dei temi trattati senza comunque mai trascurare gli argomenti più scientifici sostenuti da dati empirici, quindi sedetevi e Libero sfogo alla propria immaginazione ed al proprio intelletto!







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venerdì 24 dicembre 2010

Leonardo da Vinci viaggiava nel Tempo?

Viaggiatore del tempo che è rimasto intrappolato nel 1400?  Forse il suo mezzo si è guastato o forse era uno studioso che è rimasto vittima di un esperimento, come faceva a sapere? Forse veniva dal futuro e cercava di riprodurre ciò che era presente nella sua era d’origine ma con i mezzi ed i materiali che aveva a disposizione nell’epoca in cui si è fermato. Come in un film di fantascienza si ritrova catapultato nel passato e ruba l’identità di qualcuno morto prematuramente, un certo Leonardo da Vinci. Supponiamo per un attimo che il nostro viaggiatore del tempo fosse nato nell’anno 2072 e che si chiamasse Francesco Rossi, non avrebbe mai potuto usare il suo vero nome altrimenti nei libri di storia sarebbe comparso ( avrebbero scritto di un certo Rossi inventore senza passato dai natali sconosciuti) e questo avrebbe potuto influenzare gli eventi futuri compreso il destino del viaggiatore stesso. Il viaggiatore però non è riuscito probabilmente ad essere così fedele alle sue buone intenzioni ed ha lasciato tracce ed indizi ( nei suoi quadri ad esempio) in modo che un  giorno l’umanità possa essere in grado d’interpretare e comprendere la sua singolare avventura.
Il suo Robot
L'automa cavaliere (a volte chiamato anche robot di Leonardo) è un automa meccanico umanoide progettato da Leonardo da Vinci intorno al 1495; era stato probabilmente previsto per animare una delle feste alla corte sforzesca di Milano, tuttavia non è dato sapere se fu realizzato o meno.


Negli appunti riscoperti negli anni cinquanta nel Codice Atlantico e in piccoli taccuini tascabili databili intorno al 1495-1497 si trovano disegni dettagliati per un cavaliere meccanico, vestito di un'armatura del tardo XV secolo in stile italo-tedesco, che per lo studioso Rosheim appare capace di effettuare diversi movimenti analoghi a quelli umani: alzarsi in piedi, agitare le braccia e muovere testa e la mascella in modo anatomicamente corretto, pare emettendo suoni dalla bocca grazie ad un sofisticato meccanismo di percussioni collocato all'altezza del petto. L'automa di Leonardo, che per Rosheim era il frutto delle ricerche precedenti compiute nei campi dell'anatomia e della cinetica, così come si trovano registrati nel Codice Huygens, rispettava il canone delle proporzioni dell'Uomo vitruviano. All'interno era costruito in legno, con elementi in pelle e metallo, ed azionato da un sistema di cavi, a simulare tendini e muscoli, e un sistema di manovelle esterno al corpo meccanico per muovere le gambe. L'armatura presente nei disegni è del 1480. Le braccia, secondo Rosheim, per la loro articolazione non potevano che muoversi all'unisono.
Questa descrizione è stata recentemente ridiscussa e indagata sulla base di nuovi presupposti teorici. Non è stato facile arrivare a una descrizione lineare del robot dato che ogni singolo disegno di componente è decontestualizzato sul foglio e Leonardo non ha reso visivamente evidente i collegamenti tra i vari pezzi: per esempio, è per questo che i modellini precedenti al 2007 includevano anche un meccanismo inserito nella pancia del robot che a studi successivi si è rivelato essere invece un orologio, che lo stesso Leonardo descrive poi nel Codice di Madrid I a pagina 157v.
A partire dagli anni novanta sono stati fatti vari studi e ipotesi sul robot di Leonardo e il suo funzionamento.
Un primo tentativo di ricostruzione dell'automa cavaliere fu avviato nel 1996 da Mark Rosheim, un esperto di robotica americano nel 1996, con uno studio e una successiva collaborazione con l'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze, che dedicò all'automa una sezione di una mostra. Nel 2002 la BBC, per un documentario, fece realizzare a Rosheim un modello reale completo. In seguito numerosi musei si sono dotati di un modellino dell'automa leonardesco.
Gli studi successivi, condotti da Mario Taddei nel 2007 sull’argomento, dimostrano che i manoscritti sul progetto non si trovano solo sul foglio 579r del Codice Atlantico: ulteriori ricerche individuano anche i fogli 1077r, 1021r e 1021v come possibile fonte dei meccanismi dell'automa. Tuttavia, i fogli presentano un vero e proprio rebus: i disegni sono apparentemente confusi e di difficile interpretazione, non c’è un ordine preciso e non si trova un progetto principale o dominante.
I laboratori di Leonardo3 nel 2007 hanno cercato di sviluppare uno studio scientifico sulla macchine leonardesche, secondo quella che è definibile come "filologia macchinale", per arrivare a una nuova interpretazione dell'automa vinciano. Realizzando innanzitutto ogni singolo pezzo presente sui quattro fogli per un totale di 174 elementi, e usandoli in vari modellini per studiarne le combinazioni possibili, hanno scoperto che non tutti i meccanismi sono direttamente collegabili al robot, o sono disegni dei suoi ingranaggi. Leonardo potrebbe aver progettato anche altri automi: a lui sono stati attribuiti cavalieri meccanici e una sorta di automobile-robot. È stato ipotizzato (secondo voci raccolte da Vasari, Lomazzo e Buonarroti) che Leonardo abbia anche lavorato ad un automa a forma di leone, di cui però non esiste alcuna testimonianza diretta.

domenica 12 dicembre 2010

Anacronismi, prove di Viaggi nel Tempo?

L'anacronismo (dal greco ἀνά "contro, all'indietro" e χρὁνος "tempo") è una situazione in cui appaiono oggetti o personaggi che, per ragioni storiche e cronologiche, non sarebbero potuti comparire. Un anacronismo è dunque un fatto o un oggetto apparentemente avulso dal proprio contesto temporale.

guardate qui:

giovedì 9 settembre 2010

Viaggio nel Tempo: il Paradosso del Nonno

Il paradosso del nonno è un paradosso sul viaggio nel tempo.

Il primo a descriverlo fu René Barjavel, uno scrittore di libri di fantascienza, nel suo libro Il viaggiatore imprudente (Le voyageur imprudent, 1943).

Il paradosso suppone che un nipote torni indietro nel tempo e uccida suo nonno prima che incontri sua nonna, dunque prima che potessero sposarsi ed avere discendenza. Se ciò fosse possibile, il nipote non sarebbe mai potuto nascere, dunque non sarebbe mai potuto tornare a ritroso nel tempo ed uccidere suo nonno. Il nipote ha viaggiato indietro nel tempo o no?

Il paradosso del nonno è stato molto utilizzato, in letteratura e nel cinema, per dimostrare che i viaggi nel tempo sono impossibili.


Sono state proposte alcune ipotesi per risolvere la contraddizione non solo di questo paradosso, ma di tutti quelli derivanti da viaggi nel tempo; ecco le più importanti:

Secondo la teoria del multiverso questo paradosso non è una contraddizione, perché ogni "interferenza" col passato produrrebbe le sue conseguenze solo in un universo parallelo nel quale la storia si evolve in maniera diversa.

Se invece si assume che l'universo esistente sia unico (o che i vari universi siano totalmente isolati, il che è equivalente), allora il paradosso è una vera e propria antinomia, perciò deve in qualche modo essere impossibile che il fatto paradossale avvenga.

Secondo la Congettura di protezione cronologica (formulata da Stephen Hawking) deve in qualche modo essere impossibile ogni forma di viaggio indietro nel tempo, per motivi da noi ancora sconosciuti. Ipotizza che le leggi della fisica siano tali da impedire la nascita di curve temporali chiuse, almeno su scale che non siano sub-microscopiche. Ovviamente, si parla di viaggi nel tempo verso il passato, visto che la possibilità di viaggi nel tempo verso il futuro sono consentiti dalla fisica einsteniana senza alcun paradosso.

« È come se ci fosse una Agenzia per il Controllo Cronologico che impedisce la comparsa di curve temporali chiuse, così da rendere l'universo un luogo sicuro per gli storici. » (Stephen Hawking (1992)

Secondo invece il Principio di auto consistenza di Novikov, il viaggio nel tempo non è impossibile, ma le conseguenze che esso produce dal passato verso il futuro sono proprio quelle che hanno reso possibile quel viaggio dal futuro verso il passato: in altri termini è possibile andare indietro nel tempo, ma è impossibile modificare la storia tramite un viaggio indietro nel tempo.

domenica 29 agosto 2010

Viaggio nel Tempo: Il Cronovisore

Tra le invenzioni mitiche che potrebbero rivoluzionare la vita degli uomini, la macchina del tempo è quella che da sempre ha affascinato geni, inventori e ovviamente scrittori di tutte le nazionalità e di tutte le epoche storiche. E negli anni settanta sembrò che tale possibilità potesse passare da un piano teorico a quello pratico. Per merito di un monaco benedettino, Padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti conosciuto a livello internazionale. La notizia esplose come una bomba quando la Domenica del corriere, nel numero 18 del 2 maggio 1972, riportò il testo di un'intervista fatta a Padre Ernetti sugli esperimenti eseguiti con altri fisici (tra i quali và citato Enrico Fermi) che circa 30 anni prima, avevano portato alla costruzione di un apparecchio denominato macchina del tempo, capace di trasportare indietro lo spettatore nel tempo, come se stesse guardando la tv, in un qualsiasi punto scelto fra la miriade di avvenimenti passati.


Padre Ernetti parlò della sua rivoluzionaria invenzione con l'inviato del settimanale, Vincenzo Maddaloni, spiegandogli nel dettaglio sia come era giunto alla costruzione dell'apparecchio, sia le cose alle quali aveva assistito. Raccontò di aver ascoltato e visto un discorso di Mussolini, di aver visto Napoleone Bonaparte mentre pronunciava il discorso sull'abolizione della repubblica della Serenissima.

L'apparecchio miracoloso era costituito da una serie di antenne, utili a sintonizzarsi sull' avvenimento prescelto, funzionante sullo stesso principio utilizzato dagli astronomi per osservare il collasso delle stelle e delle galassie, basato sull'ipotesi che tutto quello che accade si trasforma in onde visive, che, lungi dal distruggersi, si trasformano in una fonte di energia che rimangono in una sorta di cappa che avvolge il pianeta.

Queste le parole di Padre Ernetti:  "Tutta la nostra fisionomia è energia visiva che si sprigiona da noi, dalla nostra epidermide, e tutte le parole che noi diciamo sono energia sonora. Ora, ogni energia, una volta emessa, non si distrugge più semmai si trasforma, però resta eterna nello spazio aereo. Occorrono strumenti che captino queste energie e le ricostruiscano in maniera tale da ridarci la persona o l'evento storico ricercato: quindi noi avremo tutto il presente nel tempo e nello spazio".

Questa è una parte della spiegazione di Ernetti, che, almeno nella teoria,è accettabile. Un pò meno comprensibile è l'assoluto silenzio sui fisici che avrebbero partecipato al progetto cronovisore: oltre a Fermi, Padre Ernetti confermò solamente il nome di Werner Von Braun.

Alla domanda sul perché non avesse ancora rese pubbliche le risultanze dei suoi esperimenti, Padre Ernetti rispose testualmente: " Renderemo noto tutto quando ci sarà una controprova ai nostri esperimenti. Gli americani stanno tentando anche loro di scoprire quello che noi abbiamo già scoperto. Soltanto allora, quando noi potremo confrontare i risultati delle nostre esperienze con le loro, potremo dare notizia ufficiale della scoperta". Aggiunse che era una scoperta pericolosa " Perché toglie la libertà di parola, di azione e di pensiero infatti, anche il pensiero è una emissione di energia, quindi è captabile. Si potrà, cioè, per mezzo della macchina, sapere quello che il vicino o l'avversario pensa.
Le conseguenze sarebbero due: - o un eccidio dell'umanità - oppure, cosa difficile, nascerebbe una nuova morale. Ecco perché è necessario che questi apparecchi non diventino alla portata di tutti, ma restino sotto il controllo diretto delle autorità."
In definitiva, mistero e silenzio sulla scoperta in attesa che i tempi fossero maturi.
Le contestazioni violente,unite probabilmente a moniti ricevuti dal Vaticano, ebbero il risultato di far chiudere Padre Ernetti in un totale mutismo.
Con il passare degli anni la notizia della scoperta passò nel dimenticatoio, e attorno alla vicenda scese un silenzio quasi totale. Interrotto da Don Luigi Borello, suo primo antagonista all'epoca dei fatti, con un'intervista concessa nel 1999 al settimanale Chi.
In questa intervista Don Borello ammette di aver cambiato idea su Padre Ernetti nel corso degli anni, grazie anche al contributo dato dallo stesso con una lunga lettera nella quale confermava l'esistenza sia dell'apparecchio sia delle visioni ricavate da esso : "L'esistenza dell'apparecchio (la macchina del tempo) è una sacrosanta verità, che si abbia captato (con quella macchina) tante cose del passato è pure una verità”.

Alla domanda sul dove fosse finita la macchina del tempo, Borello riferisce che Padre Ernetti l'aveva portata al Viminale per una dimostrazione, e che là era stata smontata.

Ovviamente scienziati e studiosi, di fronte al totale silenzio opposto da Padre Ernetti alla richiesta sia di spiegazioni sia di dimostrazioni pratiche del funzionamento della macchina del tempo, bollarono il tutto come parto di fantasia. La vicenda venne a poco a poco dimenticata, ma la storia ha un seguito nei giorni nostri.

Padre Francois Brune, teologo francese, pubblica il testo Le nouveau mystère du Vatican ("Il nuovo mistero del Vaticano"), nel quale riprende la storia di Padre Ernetti e della sua macchina del tempo arricchendola di nuovi e inquietanti particolari, aprendo nuovi scenari futuri. Nel libro Padre Brune racconta di come sia rimasto nel corso degli anni in contatto con Ernetti, (che morirà nell'aprile del 1994), raccogliendone le confessioni e in un certo senso la sua eredità spirituale. La macchina sarebbe realmente esistita, "Non solo era già funzionante, ma era già stato "sequestrato" dal Vaticano". Padre Emetti, spaventato dall'importanza incredibile della sua scoperta, si era confidato con i propri superiori e con le autorità vaticane.

C'era stata una riunione segreta con il Papa e poi, di comune accordo, la macchina era stata ritirata e nascosta in Vaticano. A Padre Ernetti era stato imposto di non fare più pubbliche dichiarazioni su quell'argomento, ma non gli era stato proibito di parlarne con gli amici in privato e così mi confidò tutto".
Chi parla è Padre Brune, nella sua intervista citata al settimanale Chi. Sempre nel suo libro, rivela i retroscena della costruzione della macchina del tempo, avvenuta grazie anche all' appoggio di Padre Gemelli dell' università Cattolica.
Il funzionamento della macchina venne verificato e sperimentato, nei modi raccontati all'inizio.
Alla domanda "Esistono documentazioni di qualche tipo degli esperimenti ?"
Padre Brune risponde così: "Padre Emetti mi ha detto che tutto quello che videro venne anche filmato. Nel filmato si è perduta la tridimensionalità, ma resta pur sempre un documento straordinario. Questi filmati furono poi mostrati a Papa Pio XII, ed erano presenti anche il presidente della Repubblica Italiana del tempo, il ministro dell'istruzione e vari membri dell'Accademia pontificia. Quindi molte persone hanno visto e constatato".

A quel punto sarebbe scattata una congiura del silenzio.

Il Papa, membri del Vaticano e della politica, scienziati, avrebbero messo tutto a tacere, preoccupati dalle ripercussioni storiche e le ricadute sulla vita privata che l'invenzione avrebbe ottenuto.

L'intervista si chiude con la domanda di rito: "Ma lei non ha nessun dubbio sull'invenzione e sul racconto di Padre Ernetti ?" Lapidaria la risposta :" Nessun dubbio!"

Oscure trame per nascondere un'invenzione che,se realizzata, farebbe riscrivere per intero tutta la storia dell'umanità.