"Forse"

"Forse" è la parola chiave, la parola magica che dona libertà di pensiero e di espressione. "Forse" è la parola madre di tutte le ipotesi, lo scopo di questo Blog è quello di non dare nulla per scontato per creare nuovi punti di vista ed essere promotore di nuove visioni di quel che generalmente consideriamo "realtà". Non dimenticate di partecipare ai sondaggi siamo interessati alle vostre opinioni. In Fondo alla Pagina inoltre potete Godere della TUTTI I FORSE TV la web TV d'intrattenimento e d'approfondimento dei temi trattati senza comunque mai trascurare gli argomenti più scientifici sostenuti da dati empirici, quindi sedetevi e Libero sfogo alla propria immaginazione ed al proprio intelletto!







domenica 29 agosto 2010

Viaggio nel Tempo: Il Cronovisore

Tra le invenzioni mitiche che potrebbero rivoluzionare la vita degli uomini, la macchina del tempo è quella che da sempre ha affascinato geni, inventori e ovviamente scrittori di tutte le nazionalità e di tutte le epoche storiche. E negli anni settanta sembrò che tale possibilità potesse passare da un piano teorico a quello pratico. Per merito di un monaco benedettino, Padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti conosciuto a livello internazionale. La notizia esplose come una bomba quando la Domenica del corriere, nel numero 18 del 2 maggio 1972, riportò il testo di un'intervista fatta a Padre Ernetti sugli esperimenti eseguiti con altri fisici (tra i quali và citato Enrico Fermi) che circa 30 anni prima, avevano portato alla costruzione di un apparecchio denominato macchina del tempo, capace di trasportare indietro lo spettatore nel tempo, come se stesse guardando la tv, in un qualsiasi punto scelto fra la miriade di avvenimenti passati.


Padre Ernetti parlò della sua rivoluzionaria invenzione con l'inviato del settimanale, Vincenzo Maddaloni, spiegandogli nel dettaglio sia come era giunto alla costruzione dell'apparecchio, sia le cose alle quali aveva assistito. Raccontò di aver ascoltato e visto un discorso di Mussolini, di aver visto Napoleone Bonaparte mentre pronunciava il discorso sull'abolizione della repubblica della Serenissima.

L'apparecchio miracoloso era costituito da una serie di antenne, utili a sintonizzarsi sull' avvenimento prescelto, funzionante sullo stesso principio utilizzato dagli astronomi per osservare il collasso delle stelle e delle galassie, basato sull'ipotesi che tutto quello che accade si trasforma in onde visive, che, lungi dal distruggersi, si trasformano in una fonte di energia che rimangono in una sorta di cappa che avvolge il pianeta.

Queste le parole di Padre Ernetti:  "Tutta la nostra fisionomia è energia visiva che si sprigiona da noi, dalla nostra epidermide, e tutte le parole che noi diciamo sono energia sonora. Ora, ogni energia, una volta emessa, non si distrugge più semmai si trasforma, però resta eterna nello spazio aereo. Occorrono strumenti che captino queste energie e le ricostruiscano in maniera tale da ridarci la persona o l'evento storico ricercato: quindi noi avremo tutto il presente nel tempo e nello spazio".

Questa è una parte della spiegazione di Ernetti, che, almeno nella teoria,è accettabile. Un pò meno comprensibile è l'assoluto silenzio sui fisici che avrebbero partecipato al progetto cronovisore: oltre a Fermi, Padre Ernetti confermò solamente il nome di Werner Von Braun.

Alla domanda sul perché non avesse ancora rese pubbliche le risultanze dei suoi esperimenti, Padre Ernetti rispose testualmente: " Renderemo noto tutto quando ci sarà una controprova ai nostri esperimenti. Gli americani stanno tentando anche loro di scoprire quello che noi abbiamo già scoperto. Soltanto allora, quando noi potremo confrontare i risultati delle nostre esperienze con le loro, potremo dare notizia ufficiale della scoperta". Aggiunse che era una scoperta pericolosa " Perché toglie la libertà di parola, di azione e di pensiero infatti, anche il pensiero è una emissione di energia, quindi è captabile. Si potrà, cioè, per mezzo della macchina, sapere quello che il vicino o l'avversario pensa.
Le conseguenze sarebbero due: - o un eccidio dell'umanità - oppure, cosa difficile, nascerebbe una nuova morale. Ecco perché è necessario che questi apparecchi non diventino alla portata di tutti, ma restino sotto il controllo diretto delle autorità."
In definitiva, mistero e silenzio sulla scoperta in attesa che i tempi fossero maturi.
Le contestazioni violente,unite probabilmente a moniti ricevuti dal Vaticano, ebbero il risultato di far chiudere Padre Ernetti in un totale mutismo.
Con il passare degli anni la notizia della scoperta passò nel dimenticatoio, e attorno alla vicenda scese un silenzio quasi totale. Interrotto da Don Luigi Borello, suo primo antagonista all'epoca dei fatti, con un'intervista concessa nel 1999 al settimanale Chi.
In questa intervista Don Borello ammette di aver cambiato idea su Padre Ernetti nel corso degli anni, grazie anche al contributo dato dallo stesso con una lunga lettera nella quale confermava l'esistenza sia dell'apparecchio sia delle visioni ricavate da esso : "L'esistenza dell'apparecchio (la macchina del tempo) è una sacrosanta verità, che si abbia captato (con quella macchina) tante cose del passato è pure una verità”.

Alla domanda sul dove fosse finita la macchina del tempo, Borello riferisce che Padre Ernetti l'aveva portata al Viminale per una dimostrazione, e che là era stata smontata.

Ovviamente scienziati e studiosi, di fronte al totale silenzio opposto da Padre Ernetti alla richiesta sia di spiegazioni sia di dimostrazioni pratiche del funzionamento della macchina del tempo, bollarono il tutto come parto di fantasia. La vicenda venne a poco a poco dimenticata, ma la storia ha un seguito nei giorni nostri.

Padre Francois Brune, teologo francese, pubblica il testo Le nouveau mystère du Vatican ("Il nuovo mistero del Vaticano"), nel quale riprende la storia di Padre Ernetti e della sua macchina del tempo arricchendola di nuovi e inquietanti particolari, aprendo nuovi scenari futuri. Nel libro Padre Brune racconta di come sia rimasto nel corso degli anni in contatto con Ernetti, (che morirà nell'aprile del 1994), raccogliendone le confessioni e in un certo senso la sua eredità spirituale. La macchina sarebbe realmente esistita, "Non solo era già funzionante, ma era già stato "sequestrato" dal Vaticano". Padre Emetti, spaventato dall'importanza incredibile della sua scoperta, si era confidato con i propri superiori e con le autorità vaticane.

C'era stata una riunione segreta con il Papa e poi, di comune accordo, la macchina era stata ritirata e nascosta in Vaticano. A Padre Ernetti era stato imposto di non fare più pubbliche dichiarazioni su quell'argomento, ma non gli era stato proibito di parlarne con gli amici in privato e così mi confidò tutto".
Chi parla è Padre Brune, nella sua intervista citata al settimanale Chi. Sempre nel suo libro, rivela i retroscena della costruzione della macchina del tempo, avvenuta grazie anche all' appoggio di Padre Gemelli dell' università Cattolica.
Il funzionamento della macchina venne verificato e sperimentato, nei modi raccontati all'inizio.
Alla domanda "Esistono documentazioni di qualche tipo degli esperimenti ?"
Padre Brune risponde così: "Padre Emetti mi ha detto che tutto quello che videro venne anche filmato. Nel filmato si è perduta la tridimensionalità, ma resta pur sempre un documento straordinario. Questi filmati furono poi mostrati a Papa Pio XII, ed erano presenti anche il presidente della Repubblica Italiana del tempo, il ministro dell'istruzione e vari membri dell'Accademia pontificia. Quindi molte persone hanno visto e constatato".

A quel punto sarebbe scattata una congiura del silenzio.

Il Papa, membri del Vaticano e della politica, scienziati, avrebbero messo tutto a tacere, preoccupati dalle ripercussioni storiche e le ricadute sulla vita privata che l'invenzione avrebbe ottenuto.

L'intervista si chiude con la domanda di rito: "Ma lei non ha nessun dubbio sull'invenzione e sul racconto di Padre Ernetti ?" Lapidaria la risposta :" Nessun dubbio!"

Oscure trame per nascondere un'invenzione che,se realizzata, farebbe riscrivere per intero tutta la storia dell'umanità.

giovedì 26 agosto 2010

Paul McCartney è morto davvero

Paul McCartney è morto davvero


Lo conferma un'inchiesta di "Wired"

E' una delle leggende più note del rock: Paul McCartney sarebbe morto nel 1966 e quello che ancora oggi conosciamo sarebbe solo un sosia (Bill Campbell) che lo ha sostituito. Una leggenda appunto che sembrava ormai essere stata smontata e dimenticata. Ma ora due scienziati hanno condotto un'inchiesta per "Wired": l'obiettivo era dimostrare che tutto era falso ma i risultati sarebbero stati invece sorprendenti...

L'oggetto del contendere è la "P.I.D.", ovvero la leggende "Paul Is Dead". A dedicarcisi sono stati due esperti, l'informatico Francesco Gavazzeni e il medico legale Gabriella Carlesi. L'obiettivo era dimostrare che tutte queste voci erano false e infondate, leggende metropolitane, appunto, gettate in pasto a media e fan. Le perizie svolte dai due esperti invece hanno portato a risultati del tutto inattesi.

La storia in breve: Paul McCartney, quello originale, sarebbe in realtà morto in un incidente d'auto nel 1966, uno schianto avvenuto a bordo della sua Austin Martin dopo un litigio con gli altri membri della band. Da quel momento a rimpiazzarlo ci sarebbe stato un sosia (un ex poliziotto). Sarebbero stati gli stessi Beatles a confermare questa testi disseminando negli anni a venire messaggi più o meno subliminali, da copertine allusive come quella di "Abbey Road", a messaggi incisi al contrario nei dischi.

Gavazzeni e Carlesi si sono basati sull'analisi antropometrica e craniometrica, confrontando, attraverso immagini di repertorio, forma del cranio, dei denti, ecc. nel prima e dopo 1966. E, dal momento che comunque da questi esami ci si può esprimere solo in termini di compatibilità e non di certezza, i risultati comunque darebbero esito negativo: cioè, la persona conosciuta come Paul McCartney prima del 1966 non sarebbe la stessa che vediamo nelle foto scattate dopo quella data. Caso riaperto?http://it.wikipedia.org/wiki/Leggenda_della_morte_di_Paul_McCartney

mercoledì 25 agosto 2010

Anche i pesci parlano

Ad ennesima dimostrazione che nulla si può dare per scontato...

«Muto come un pesce» è un modo di dire destinato a passare di moda: i pesci infatti comunicano tra loro usando svariati tipi di suoni a seconda della funzione a cui sono destinati, intimidatoria nei confronti di nemici o per attrarre i partner.  Secondo quanto riportato dalla rivista Science, gli studi compiuti sull'area cerebrale dei pesci atta a produrre suoni ha dimostrato una incredibile affinità con la stessa area nel cervello di vertebrati terrestri quali anfibi, uccelli e primati.


COMUNICARE A SUON DI GRUGNITI E RONZII - Il mare è un ambiente tutt'altro che silenzioso: una delle voci più particolari ascoltate e studiate dai biologi marini è il canto delle balene, suoni a bassa frequenza emessi dai grandi cetacei; e tutti hanno ben presente i fischi e i crepitii emessi dai delfini per comunicare. Ma pochi sanno che anche i pesci sono in grado di scambiarsi informazioni attraverso un linguaggio acustico, udibile anche dall'orecchio umano.

LE ORIGINI DEL MESSAGGIO SONORO - La ricerca pubblicata da Science, condotta da un team di scienziati Cornell University di Ithaca, NY, dimostrerebbe che le origini della vocalizzazione risalgono a molto prima di quanto si pensasse. La similarità del sistema nervoso addetto alla produzione di suoni nei pesci e in uccelli, anfibi e primati dimostra che gli esseri viventi hanno sviluppato la capacità di comunicare attraverso i suoni prima ancora che queste categorie di animali si allontanassero tra loro nella scala evolutiva. La comunicazione sonora primordiale è nata quindi almeno 400 milioni di anni fa, molto prima che nell'aria risuonasse il cinguettio degli uccelli, il gracidare delle rane e che l'uomo iniziasse a parlare.

sabato 21 agosto 2010

Forse a Qualcuno conviene che il cancro esista

Cura Di Bella, mentre continuano disinformazione e silenzio i pazienti ottengono benefici, più di 10 mila pazienti sparsi in tutta Italia. Il figlio Giuseppe anch'egli medico continua l'opera del padre.http://www.disinformazione.it/Lettera_DiBella.htm

venerdì 20 agosto 2010

Io Diffido

Io Diffido di chi si professa profondamente religioso e devoto ( forse è un lupo travestito da agnello), Io Diffido di chi va tutte le domeniche in chiesa ( forse ha troppo da farsi perdonare), Io Diffido di chi cita i passi della Bibbia a memoria ( forse non ha una Moralità propria!)!