"Forse"

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lunedì 24 gennaio 2011

I neonati capiscono che esistono punti di vista diversi sulla realtà


I NEONATI CAPISCONO LE INTENZIONI DEGLI ALTRI - Chi l'ha detto che i neonati non capiscono quello che passa per la testa agli adulti? Ora uno studio ungherese, realizzato con fondi dell'Unione europea, dimostra che i bambini – già alla tenera età di sette mesi – sono in grado di comprendere il punto di vista degli altri.

Il processo avviene in modo automatico, senza particolari sforzi di tipo volontario. È un "gradino" nell'evoluzione della mente che, prima di questo studio, si credeva non venisse superato prima dei quattro anni. Una scoperta con importanti sviluppi nel campo della diagnosi di malattie della psiche.

Lo studio – pubblicato dalla rivista Live Science e guidato da Agnes Melinda Kovacs dell'Accademia ungherese delle scienze – dimostra anche che non più tardi del loro quindicesimo mese i pargoli hanno appreso un concetto fondamentale: ogni persona osserva la realtà da una prospettiva diversa.

«Sviluppare metodi che possano essere usati con bambini molto piccoli contribuirà significativamente agli sforzi in corso per una diagnosi precoce dell'autismo», ha spiegato la Kovacs. «Aprirà così la strada a nuove tecniche di intervento precoce». 

2 commenti:

  1. Come scrisse Sigmund Freud, il bambino è indubbiamente il "padre dell'uomo".
    Mi piace pensare che i bambini fin da piccoli riescono a comprendere le intenzioni degli altri, e sopratutto dell'altro adulto.
    mi piace pensare che siano in grado di mettersi nei panni degli altri, di utilizzare quella capacità che chiamiamo empatia e, dunque di entrare nel mondo psico-emotivo altrui, di comprenderlo e di osservarlo senza esserne inglobati.
    questo è davanti ai nostri occhi ogni giorno ma noi sembriamo ciechi.
    ben vengano questi studi perchè favoriscono(oltre a dati utili per lo sviluppo di applicazioni pratiche)anche un pò di luce nella zona d'ombra che ci impedisce di guardare ai bambini come soggetti autorevoli.

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  2. Concordo, peccato che a livello accademico ci sia sempre un percorso di studi di tipo classico e privo di aggiornamenti sui risultati delle ricerche più attuali, penso per esempio a Piaget che pur rimanendo una pietra angolare va integrato non solo dalle più recenti scoperte nel campo ma anche dalle sue stesse revisioni in età avanzata.

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