"Forse"

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giovedì 30 dicembre 2010

Infedeltà, perché Tradiamo il Partner?



Da un punto di vista biologico la coppia ed in particolare la coppia a lungo termine non sarebbe altro che una strategia il cui scopo è quello di aumentare le probabilità di “successo riproduttivo” ovvero di tramandare il maggior numero possibile dei propri geni alle future generazioni (Baker R., 1997a).

La donna:
La preferenza femminile per un particolare uomo è determinata da due obiettivi fondamentali.
Il primo obiettivo consiste nel costruire, attraverso la scelta di un partner fisso, un ambiente favorevole alla crescita ottimale dei figli (offrire loro ogni opportunità). Il secondo, invece, consta nel tentativo di ottenere i geni maschili migliori, in modo da trasmettere ai figli l’aspetto e le capacità indispensabili allo sfruttamento massimo dell’ambiente.
Non sempre tutte le caratteristiche che una donna cerca in un compagno sono presenti in un unico uomo ed inoltre non tutte le donne possiedono caratteristiche tali da potersi permettere “l’uomo migliore”(Baker R., 1997a).
Le donne che non sono in grado di attrarre la loro “prima scelta” saranno quindi costrette ad un ulteriore compromesso e l’uomo, che in fine sceglieranno come compagno, non sarà che una via di mezzo tra gli uomini che vuole e quelli che è capace di sedurre (catturare).
Quella di preferire un uomo che sebbene non costituisca una fonte di geni ottimale né il partner ideale, ma che rappresenti almeno il compromesso migliore, è una possibilità. Ne esiste però un’altra: l’infedeltà.
Una donna, infatti, potrebbe scegliere il compagno stabile migliore, un uomo ricco e fedele, e poi contare sul tradimento per ottenere i geni migliori. Gli studiosi chiamano questa strategia “ipotesi Emma Bovary”, dal nome della protagonista del romanzo di Flaubert, o “ipotesi del figlio seducente” (Carrada G. & Jannini E. A., 2000). In quest’ottica il tradimento femminile non sarebbe altro che un’ingegnosa strategia finalizzata al successo riproduttivo. Grazie al tradimento una donna che non è riuscita a farsi scegliere come compagna stabile da un uomo geneticamente valido, ha comunque la possibilità di ottenere quello che le manca. Non sempre i geni dell’amante sono migliori di quelli del partner in senso assoluto, a volte sono semplicemente geni, che se trasmessi ai figli, conferiranno loro caratteristiche fisiche o caratteriali molto apprezzate dalle donne. Più seducenti saranno i figli e più probabile sarà una lunga discendenza.
Questo tipo di comportamento non è una prerogativa della specie umana.
Studi condotti sul comportamento riproduttivo della cinciarella (genere di piccoli uccelli dei passeracei), hanno dimostrato che le femmine di questa specie agiscono allo stesso modo.
A dare un fondamento all’ipotesi Emma Bovary non sarebbero solo gli studi sui gruppi sanguigni. Anche da un punto di vista fisiologico, infatti, la donna sembrerebbe programmata al tradimento (Baker R., 1997b). Una ricerca recentemente condotta sui gruppi sanguigni dei neonati di un ospedale inglese ha svelato, casualmente, che il 10% dei bambini non era figlio dei legittimi padri (ignari compagni delle neo-mamme). Una campionatura genetica più ampia della popolazione inglese ha rettificato il fenomeno all’1%, che non è comunque poco.

L’uomo:
A differenza di ciò che avviene nella donna, nell’uomo, sia che si tratti di un’amante, sia che si tratti della compagna “per la vita”, la selezione avviene fondamentalmente in base a criteri estetici. Soltanto in un secondo momento e soltanto nel caso di una relazione a lungo termine, acquistano importanza alcune caratteristiche psicologiche e sociali, prima fra tutte la “fedeltà” della donna.
Come per la donna, anche nell’uomo, da un punto di vista biologico, il tradimento non sarebbe altro che una strategia messa in atto al fine di ottenere un completo successo riproduttivo.
Per il maschio è potenzialmente molto più facile avere tanti figli che per una donna, per il semplice fatto che mentre un uomo può avere figli da svariate donne, una donna deve averli tutti da sé. L’uomo, a differenza della donna in cui un solo ovocita giunge a maturazione ogni 28 giorni, è in grado di produrre continuamente enormi quantità di sperma; per questo motivo, secondo i sociobiologi, i maschi sarebbero meno discriminanti delle femmine e più propensi a ricercare la varietà fine a se stessa, la loro principale strategia riproduttiva consisterebbe nel tentare un accoppiamento ogni volta che c’è una partner potenziale (Chieffi G., 2000; Gregersen E., 1987).
Secondo lo psicologo americano David M. Buss, la principale differenza tra i due sessi sarebbe data, appunto, dal fatto che il maschio non si accontenta di una relazione, ma ne ricerca sempre di nuove (Pasini W., 1997; *Buss D. M., 1995).
Ogni accoppiamento al di fuori della relazione principale, quindi, equivarrebbe alla possibilità di avere un figlio in più, aumentando così le probabilità di un completo successo riproduttivo. Ed inoltre non va sottovalutato l’Effetto Coolidge 




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